A Maria piace molto andare a scuola, ma finite le elementari, per imparare un mestiere ed aiutare la famiglia, comincia a frequentare quotidianamente la casa di due sorelle sarte che le insegneranno il cucito. A lei piace cucire, ha sempre visto sua mamma farlo ed in casa, in un angolo, c'è sempre stata la macchina da cucire: l'ago, il filo, la macchina, diventeranno suoi compagni di vita, una vera e grande passione, la sua. Con le mance che riceve dalle consegne può iniziare ad aiutare la famiglia. Le due sorelle non le insegnano il taglio. Una frase che spesso ripetevano era: ”devi essere tu a rubare il lavoro a noi”. Per questo Maria si trasferisce da un'altra sarta del paese che le insegnerà il taglio. Quando si sente pronta, comincia il suo nuovo lavoro di sarta utilizzando la vecchia macchina da cucire della nonna Rosa e poi, finalmente, con grossi sacrifici e prestiti, l'acquisto di una nuova macchina tutta per lei: la prima Necchi. Si ritaglia un piccolo spazio nella cucina di casa ed arrivano le prime clienti. I modelli da preparare, i tessuti da tagliare, le imbastiture, le prove, la realizzazione del lavoro fatta con pazienza, meticolosità e amore; credo proprio che mia madre abbia sempre messo in quello che faceva molta passione; passione che ha mantenuto negli anni. Anche quando non lavorerà più per clienti, il cucito accompagnerà le sue giornate, la scelta dei tessuti, le passamanerie da abbinare, i bottoni scelti con cura: cucirà sempre per sè e per la famiglia. Ed io la vedrò, negli anni, seduta vicino alla finestra o sotto una lampada nelle giornate invernali, curva sul suo lavoro, piena di fili, con l'ago puntato sul davanti del vestito, contenta e con lo sguardo soddisfatto alla fine di ogni realizzazione.

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