Il racconto di Betta nato come la storia-leggenda di un luogo, quello in cui abita, e di un'edera (lella nell'idioletto urbinate) che cresce addossata ad una quercia, confusa dagli "stranieri" con una donna |
La Quercia della Lella
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Il racconto di Adele |
Non scrivere frasi d'amore sui muri |
Ogni giorno il vento si fa più morbido
sulle scogliere arrossate e gli aquiloni, scappati dai fili, planano negli spazi lasciati
dai gabbiani vocianti in attesa. Dalla mia finestra, lo spettacolo multicolore, al mattino, è sempre diverso. Penso proprio che non desidero altro, e, anche se tu fossi qui, nulla cambierebbe alle mie danze nel vento della sera., vestita solo dei colori che il sole riflette sul mio corpo abbandonato alla gioia. Mi ricordo, sai. Era mattino e, ferma alla stazione, guardavo i treni sfrecciare davanti ai miei occhi e il mio viso senza emozioni, incuriosiva i passanti frettolosi che lanciavano sguardi distratti. Le mie spalle reggevano il peso dei ricordi sparsi per casa che avevo raccolto alla rinfusa. Era tutto quello che avevo e che potevo toccare. Il resto non aveva contorni precisi ed era tutto, in realtà, molto confuso. Fissavo i vagoni vuoti davanti a me e seguivo con gli occhi i binari argentati snodarsi in mezzo al cielo limpido di quel mattino. Non avevo desideri precisi, ma non mi sentivo inquieta, anzi una strana tranquillità si era presa cura di me ed io mi sentivo protetta da calde mani sicure che mi circondavano le spalle. Sentivo che nulla avrebbe potuto ferirmi, che nulla avrebbe potuto cambiare la mia decisione, quale essa fosse. Avevo chiuso la porta di casa come faccio ogni giorno, ma sapevo già con certezza, che quella sarebbe stata l'ultima volta per me. Chi meglio di me poteva saperlo. Non ti avevo nemmeno avvisato. Che conta ormai! Ti ho lasciato una foto ingiallita, una a caso, risultato di miei esperimenti passati con acidi strani per trovare effetti speciali che dessero ai visi una luce diversa. Spero ti piaccia, e, se così non sarà, rompila a pezzi e disfati pure di lei, senza paura di farti del male. Hai mille motivi, ragioni, anche tu, ma io non posso tornare a raccogliere pezzi di bambole rotte nelle notti agitate. E non posso ogni volta far finta di niente ed aprire gli scuri alle finestre se non ho voglia di vedere il mattino. Se ci ripenso rifarei ogni cosa, solo non scriverei frasi d'amore sul muro, ne ti lascerei messaggi insensati sotto il cuscino, ne guarderei il tuo profilo a matita sulla mia scrivania. Forse un sogno, forse un desiderio scappato da solo in una notte più lunga delle altre, una voglia di vento leggero sul viso... una strana insopprimibile voglia. E senza nemmeno girare lo sguardo ai disegni sulla parete ho deciso che il momento era quello. Ho lasciato ogni cosa al posto di sempre ed ho chiuso la porta di casa senza alcuna emozione nel cuore. Mi sembrava di seguire il disegno abbozzato da chissà quanto tempo e tenuto nascosto ai miei stessi occhi, nel cassetto segreto, dalla paura di sempre. Ed eccomi qua, in questo giorno di sole a seguire partenze ed arrivi di treni, in attesa di un segnale. Aspetto. Ormai non ho più fretta. Posso prendere in mano i ricordi e mettere ali ai pensieri per ritornare al tuo mondo popolato da strani personaggi dagli occhi di perla e vestiti di stracci. Rivedere nel teatrino della mia fantasia storie di amori disperati, di draghi alati, e, sorrisi suadenti di fate, e poi l'arrivo del vecchio mago dallo sguardo stupito che riporta la notte tranquilla a custodire la valle animata da sussulti improvvisi e strani tormenti. Sono anni che non ripenso ad allora . Ai tuoi giochi intorno al fuoco, a sgranare piselli nelle notti d'estate con la voglia di aspettare la luna e inventare canzoni distesi sull'erba bagnata. Pensavo di aver perso memoria di questo, ma ora, qui davanti ai treni in partenza rivedo ogni cosa passata e mi sento sorridere dentro. Sono quadri stupendi di un mondo che posso fare rivivere ancora con disegni sinuosi sulla carta e il pennello della mia fantasia corre morbido e liscio a fissare i ricordi. Poi ho alzato lo sguardo da terra ed ho incontrato il tuo strano sorriso. Eri seduta nel vagone del treno, proprio davanti a me, e, sembrava volessi comunicarmi qualcosa di te. Avevi teso un filo sottile a cui mi sono aggrappata ed eccomi lì, accanto a te. Abbiamo viaggiato due giorni e due notti rincorrendo, in silenzio, i pensieri dentro di noi e siamo arrivate, al mattino, al posto che sai. Non era scritto il suo nome, ma abbiamo capito che quello era il posto in cui avremmo voluto fermarci. Uno sguardo è bastato alla macchia di verde fiorita e poi il rumore del mare, lontano, ha segnato, lui solo, la via. E' stato facile trovare la casa ricoperta di edera scura e di fronte al bianco abbagliante, le scogliere arrossate. Ed è qui che ora vivo da tempo. Tu hai lasciato la spiaggia una sera, al tramonto. Io ho saputo aspettare e così, a maggio, ho potuto sentire il dolce rumore del vento portare con sé gli aquiloni di carta dai mille e mille colori. Su ogni forma allungata è narrata la storia di un amore perduto e, alla fine di maggio, quando il vento muta la sua direzione, sulle scogliere arrossate io posso rivivere le trame segrete di tesori rubati, di sguardi rapiti. di desideri delusi, e di cuori violati. Con la complicità del mio cuore che batte unisco ogni piccolo sospiro di carta al filo della mia fantasia e ricreo il giardino incantato in cui mille voci raccontano insieme la loro storia d'amore. E la sera è il momento più bello del giorno, quando insieme alle ombre create dal fuoco invitante io riprendo la danza di gioia, e non so ancora che cosa succeda e come mai ciò possa avvenire, ma ogni trama riprende il suo filo segreto e si compie la storia d'amore interrotta a metà. E così si realizza pian piano anche il sogno del mio cuore eccitato che battendo più forte che mai segna il ritmo al mio corpo che balla. |
Il racconto di Lucia
Il sole allimprovviso Che freddo .si che freddo .è un freddo speciale, un freddo diverso .niente scalda, coperte, cappotti, nulla serve, ho freddo ..tanto freddo . Mi siedo su un marciapiede, il sole sul viso .lanima un gattino rannicchiato, infreddolito, una carezza è il sole che mi accarezza piano il viso, rabbrividisco un istante, ancora freddo, non ci sono treni, non ci sono stazioni .il sole, ci sta solo il sole . Chiudo gli occhi .non sono sola, ci sta il sole, il gattino rannicchiato dentro me mi dice "lasciami in pace" dammi pace .lo sento respirare, vuole vivere . La borsa per terra ..non vedo chi passa, non vedo nulla sento freddo, una canzone mi dice con le mani puoi costruire castelli, autostrade .costruire, si muove il gattino ..si stiracchia un po con le mani, con la forza, con tutta me stessa costruire, mai distruggere, è tornare indietro, è dirsi non "posso" no non distruggo lo accarezzo quel gattino Il sole allimprovviso ..lo sento dentro, un po di caldo, non basta ma è un po di tepore, che silenzio, è buio eppure è mattina, lanima coperta da un paio di occhiali scuri da sole, si la mia anima che si legge nei miei occhi, protetta da quella nuvola informe che sono le persone che mi passano davanti le vedo velate, dietro i mie occhiali, un mondo che mi gira intorno e sembra non vedermi, mentre combatto con lodore dei ricordi. Anche loro allimprovviso .stamattina qui, nella mia vita, in questo angolo di strada, forse chi mi guarda crede che io sia pazza .no sto solo cercando di stringere forte nelle mie mani quel sole, di far tornare la luce, ho bisogno di parole ma non di parole già sentite, non di parole già dette, parole che vorrei qualcuno inventasse per me, che vivessero solo quel tempo che dalla bocca arrivino alle mie orecchie e che non siano mai state di nessun altro, che possa memorizzarle, scolpirle della memoria, e che siano solo mie Un ti amo sarà di qualcun altro prima poi .no non è questa parola che voglio stamattina, suona il cellulare, ma si cosa importa chi è non mi darà parole nuove, ho smesso di mangiare certi cibi, ho smesso di leggere certi libri, ho smesso di scrivere .lavori in corso dentro di me, sono cambiata, migliore peggiore non saprei sicuramente non più io è andato via il sole, non sono riuscita a trattenerlo ho aperto le mani un istante, un solo istante .sono vuote di nuovo Quanto tempo è che sono qui? Unora pochi minuti non lo so, ridacchio tra me .se allungo una mano mi danno lelemosina, scoppio a ridere .che strano suono, me lo ero dimenticato, questo lo memorizzo, domani potrà servirmi, magari domani si domani Ma esiste chi inventa parole nuove? Ci provo io che parola potrei inventare se amassi qualcuno? Cosa potrei dirgli? Non mi viene in mente nulla di mai detto .mi viene in mente solo questa frase credo scontata "sei il mio sole allimprovviso" .non la dico, la metto via domani potrà servirmi si forse domani Prendo la mia borsa mi alzo e mi incammino .è notte ci sono solo io in quella strada, non tolgo gli occhiali non è ancora il momento,nessuno deve guardarmi dentro ancora no.. mi vedo andare via sembro un mucchietto di stracci, e quanto freddo non ha importanza dove vado, ho qualcosa in più di ieri uno strano suono dimenticato e una frase scontata da dire ho messo tutto in posto speciale, lho messo dentro di me, e quel mucchietto di stracci un po curvo nel buio, illumina la strada come se fosse una stella .
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