AMANTE MIO (LOVER MAN) “Non so perché, ma sono così triste, ho un gran desiderio di provare quello che non ho mai provato Non ho mai avuto baci e che cosa mi sono persa, amante mio chissà dove sei La notte è fredda e sono tanto sola, darei la mia anima perché tu sia mio , chissà dove sei Ho sentito dire che il brivido d’amore è come un sogno celeste ed io vado a letto pregando che farai l’amore con me anche se sembra strano Un giorno ci incontreremo, tu asciugherai le mie lacrime e mi sussurrerai piccole cose all’ orecchio , abbracci e baci, tutto quello che mi è mancato,amante mio, chissà dove sei…” |
E’ uno dei pezzi classici di Billie Holiday sia testo che musica sembrano nati per lei. Billie voleva un’orchestra intera ed anche uno sfondo di archi, e fu accontentata in tutto Lei non aveva mai conosciuto l’amore. Nata il 1915 in un quartiere nero di Baltimora, i suoi genitori erano due adolescenti di 13 anni, la madre, e 15 anni, il padre. Si sedeva in una delle stanze ed ascoltava i dischi di Louis Armtrong e di Bessie Smith. Giovanissima, a soli 10 anni viene violentata da un uomo del quartiere, anche lui nero. Fu ingiustamente accusata della violenza subita e rinchiusa in un riformatorio cattolico fino a quando sua madre riuscì a tirarla fuori per essere raggiunta a New York. Il suo cammino non fu mai facile e piano e di nuovo una violenza incide la sua giovane vita.
Un giorno Billie entrò in uno dei tanti locali, un piccolo clubs della Settima Avenue per cercare lavoro. Qualcuno le chiese se sapeva cantare . Lei fece cenno al pianista di suonare una canzone . Quando la canzone finì “tutti stavano lacrimando nelle loro birre “ Siamo nel 1930 e Billie ha solo 15 anni e questo è l’inizio di una carriera vorticosa piena di luci e di molte ombre dense e avvolgenti. E’ stata definita la più grande cantante jazz mai vissuta, un mostro sacro, un mito. Fu una delle prime cantanti nere che usò il microfono, che incise dischi, che fece tournèe e trasmissioni radiofoniche. ‘…non credo di cantare.Io improvviso con la mia voce come se avessi uno strumento. Tutto mi viene fuori così come lo sento…’ Canta nei templi della musica nera ed i teatri sono sempre pieni di entusiasmo per lei,e le sue tournèe si susseguono con i più grossi nomi del jazz. Il successo non è però mai bastato a farle sopportare le pesanti umiliazioni razziste, che continuava a subire nonostante la notorietà. A questo si aggiungeva la sua pesantezza interiore, il senso profondo di solitudine BUON GIORNO TRISTEZZA ( GOOD MORNING HEARTACHE ) "Buon giorno tristezza , vecchia visione cupa,buon giorno tristezza pensavo ci fossimo dette addio ieri sera . Mi sono girata e rigirata finché non mi sembravi svanita, ma eccoti qui con l’alba. Spero di scordarti, ma sei tornata per rimanere,sembra che ci siamo conosciute quando il mio amore se n’è andato e ogni mio giorno comincia dicendo buon giorno tristezza che c’è di nuovo?. Smetti di perseguitarmi, non riesco a scacciarti , lasciami in pace , ho il blues del Lunedì che dura fino a Domenica . Buon giorno tristezza rieccoci qui, buon giorno tristezza, mi hai conosciuto quando…tanto vale abituarmi a te che mi stai intorno, buon giorno tristezza,siediti qui." Un‘anima, la sua, graffiata e segnata nel profondo: fatta a pezzi più volte. La ricerca di un ‘qualcosa’ che riuscisse ad attutire e spegnere un po’ il suo dolore avvenne molto presto. Trovò nell’uso di stupefacenti il modo per concedere piccole pause al senso di vuoto che la riempiva. In breve l’uso di eroina la portano a continui ricoveri in clinica per la disintossicazione. Entra ed esce in continuazione , pur continuando a lavorare molto e ad avere successo. I rumori della sua storia con la droga, i suoi ricoveri, i suoi arresti, attiravano sempre più gente ai concerti, anche chi non conosceva lei e le sue canzoni. A poco a poco però i problemi fisici legati ad anni di abusi di alcol e droga cominciano a farsi sentire. Grande il suo amore per la musica e per la vita a fianco di un profondo senso di lacerazione e di disperazione: contrasti di sentimenti e di emozioni, violenti, che traspaiono dalla sua voce sofferta e particolare e si trasmettono solo con l’ascolto, anche a chi non conosce i testi dei suoi brani. Un contatto empatico, il suo, immediato, dovuto alla sua inconsapevole capacità di toccare, leggera, le nostre zone d’ombra e i nostri dolori inconfessati. |