ritorna ai tesori nascosti

Ho conosciuto Frida Kahlo attraverso il film 'FRIDA' di Julie Taymor
Di lei non sapevo nulla, prima di allora. Un'amica, di ritorno dal suo viaggio, mi racconta la visita fatta alla "Casa Azul", ora museo di Frida Kahlo ed io entro con lei, immediatamente in un mondo di colori dalle tonalità intense.

Frida Kahlo

Un giardino tropicale, una natura rigogliosa di piante carnose e fiori enormi, su cui si staglia il blu cobalto intenso della Casa-museo.
L'amica mi porta con sè all'interno fino alla cucina, dai mobili gialli, piena di ceramiche e monili messicani che il sole fa risplendere rendendoli ancora più smaglianti.
La sua descrizione è così 'partecipata' ed io ho ancora negli occhi le scene del film, che mi sembra di essere presente e di sentire la magica presenza di Frida: il suo studio, il cavalletto con le tele ed i pennelli, i colori e la sedia a rotelle, la sofferenza fisica di Frida, così violenta ci viene incontro, ora.
Per l'intera vita porterà con sé un dolore continuo e lacerante, subirà ben trentadue operazioni, e tutto questo non le impedirà di difendere il suo lavoro con tenacia, continuarlo anche quando le sofferenze del corpo vorrebbero altro.
Commuove la sua capacità, la sua grande forza nel trasformare questa lacerante sofferenza in potenza creativa.

La sua camera è piena di fotografie, vestiti ed il corsetto di gesso che era costretta a portare su cui aveva dipinto farfalle e fiori.
Un'enorme specchio sovrasta il letto, quel letto su cui si trovò inchiodata dal dolore e, proprio guardandosi allo specchio, collocato sopra di lei, iniziò i suoi primi autoritratti
passando poi ai ritratti dei familiari e degli innumerevoli amici.
La pittura diventa la sua liberazione, il mezzo per rappresentare la sua intensa vita interiore, la sua vitalità fuori dal comune: 'Non ho mai dipinto sogni, ho dipinto la mia realtà'.
Sceglie di rendere il corpo femminile nella sua nudità più degradante, nei suoi aspetti più vergognosi e rimossi: putrefazioni, escrezioni, vomito, urina, piaghe e cicatrici del corpo e della psiche, materia onirica senza mediazione interpretativa e scrive:
'Sono questa donna che guarda. Sono questa donna che piange. Sono questa donna che riassume in una mutilazione auto-imposta (il taglio dei lunghi capelli) il lutto dei corpo e del cuore. Sono questa donna che precipita al rallentatore dall'alto di un grattacielo e viene a morirmi davanti agli occhi, incapace persino la cornice di contenerne il corpo e arginarne il sangue'

Visse appena 47 anni

 

 

Nata nel 1907 da una unione molto singolare fra un ebreo ungherese finito in Messico contro la sua volontà, e una mezquita, una meticcia locale.
Fu molto legata al padre, fotografo di talento, che amava sia la letteratura che la musica.
Sua madre, Matilde Calderon y Gonzales, figlia di una messicana e di un indios, era nata a Oaxaca, antichissima città azteca.
Frida era bella: nei suoi tratti si mescolavano quelli slavi del padre e quelli indios della madre, aveva una dolcezza intensa e si ritrasse nei quadri meno bella di quanto appare nelle fotografie.
Piena di passione per la vita e di passione politica, comunista dichiarata prese parte a tutte le lotte pacifiste e ai movimenti a difesa dei molti oppressi e poverissimi della grande nazione centroamericana.

casa azul di Frida Kahlo

Il 13 luglio 1954, pochi giorni dopo aver compiuto 47 anni, Frida muore. La " Casa Azzurra ", meta di migliaia e migliaia di visitatori, è rimasta intatta, così come aveva voluto Diego Rivera, famoso pittore di cui si innamorò e sposò nel 1929, che la lasciò al Messico.
E' una casa meravigliosa, semplice e bellissima, con muri colorati, luce e sole, piena di vita e di forza interiore come la sua proprietaria: Frida Kahlo.

 

 

25-1-2006

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