Carlo, mio unico fratello, ci ha lasciato (3 luglio 2012).
Lo voglio ricordare così:
Cullata da Leonard Cohen mi lascio andare dolcemente verso te che non ci sei più qui intorno, ma ti ritrovo ogni momento, in qualsiasi musica che ascolto perchè sei tu che mi hai fatto conoscere e amare ogni pezzo e così tutto mi riporta a te.
La musica, fin dal risveglio, ha accompagnato le giornate della nostra vita e se guardo uno degli ultimi cd che mi hai regalato, di Neil Young, una giovane donna stende i panni nel prato vicino a casa, quelle lenzuola candide e svolazzanti mi riportano subito nel cortile di casa nostra quando eravamo bambini, il lunedì, in ogni stagione, giorno di bucato.
Grossi pentoloni di acqua che bolliva, l'odore del sapone e le donne che immergevano la biancheria e poi con un bastone giravano per ore fino a che tutto diventava pulito e candido, poi in coppia strizzavano le lenzuola che venivano stese sui fili, tesi da lunghi bastoni di legno.
Quando tornavamo da scuola il cortile era pieno di 'vele' svolazzanti in cui ci avvolgevamo ridendo felici.
E Joni Mitchell ha rasserenato le mie notti più agitate quando, negli anni, non avevo tue notizie per giorni, ed ho lasciato che fosse Janis Joplin a gridare la rabbia che sentivo dentro e che mi soffocava quando le tue scelte ti portavano sempre più lontano da me e dalla vita, e tutta la tristezza si sedeva vicino a me, proprio come cantava Billy Holiday, lei che aveva "il blues del lunedì che dura fino a domenica", lei che aveva un'anima segnata e graffiata nel profondo, lei sempre alla ricerca di qualcosa che attutisse il suo dolore e riempisse il senso di vuoto che sentiva, lei con la sua grande capacità di toccare, leggera, le nostre zone d'ombra e i nostri dolori inconfessati.
E poi il periodo della leggerezza, finalmente, a rasserenare le nostre giornate ed il tempo passato insieme, il ritorno gioioso alla vita e tu, io ed Anto a percorrere in macchina le stradine tortuose dell'isola di Cherso cantando a squarciagola "Little Sister" di Ray Cooder e giù, in fondo, il mare.
Una nuova vita da costruire giorno per giorno con determinazione e voglia di esserci e la musica sempre, la tua batteria e di nuovo ci sei, nei gruppi, ai concerti insieme agli amici con cui condividi nuovi momenti di pienezza, lo yoga, la meditazione, la lettura, le tante passioni che arricchivano le tue giornate.
Vicino a noi la mamma che abbiamo seguito con amore fino agli ultimi giorni della sua vita, lei sempre con noi, dall'inizio alla fine e quando a novembre ci ha lasciato il dolore è stato forte e l'abbiamo condiviso e poi, il mese stesso sono iniziate le nuove preoccupazioni per i tuoi problemi di salute e da lì niente è stato più tranquillo.
La casa era sempre più silenziosa, niente musica, così fino ad un mese fa, il mese di giugno in cui tutto è precipitato con una velocità così sorprendente da lasciarmi annichilita, piena di sofferenza nel vederti giorno dopo giorno peggiorare.
Una mattina ricordo di averti detto: "sarò la tua parte attiva, quella che tu non riesci ad avere in questo momento, tu ascoltami e basta!". Mi hai guardato negli occhi, hai mangiato quello che ti avevo portato, con difficoltà e mi hai detto: "mangio solo perché sei molto brava con me".
Per persone come noi che hanno sempre avuto grosse difficoltà a manifestare liberamente i propri sentimenti, lì, nelle tue parole io ho trovato tutto.
Te ne sei andato lunedì 3 luglio all'una di notte, i giorni prima li avevi passati con noi ed i tanti amici che ti sono stati vicini, volevi essere cremato ed il giorno 5, giorno del tuo compleanno, io ed Anto siamo andati a prendere le tue ceneri.
Tornata a casa, la tua casa, ho messo la piccola urna sulla mensola in camera tua, mi sono distesa sul tuo letto, lì vicino a te, Anto ha inserito il cd di Neil Young ed insieme abbiamo "festeggiato" il tuo compleanno .
Eri di nuovo a casa insieme a noi.
Una cara amica mi ha scritto:
"Tua madre e tuo fratello ora sono insieme, ma non ti lasceranno sola: cureranno i fiori con le tue mani, penseranno i tuoi pensieri, batteranno nel tuo cuore. Non ti rimane che lasciarli andare oltre l'arcobaleno, anche se questo per te significa lasciarti andare al dolore della perdita"
E chiude con questi versi di T. S. Eliot:
"Soavemente immergiti,
ma non troppo profondo,
Alza i tuoi occhi
Dove le strade affondano, dove le strade sorgono,
Cerca soltanto dove
La luce grigia incontra l'aria verde."
A cercare dove la luce grigia incontra l'aria verde solo tu insieme alla mamma potete aiutarmi a farlo e spero proprio che così sarà.